A/B Test: come provarci con entrambe…le ipotesi

L’ A/B test, chiamato anche “split test”, è un metodo molto diffuso tra gli addetti ai lavori nell’email marketing. In pratica consiste nell’inviare ad un certo campione di utenti, 2 tipi di comunicazioni differenti, al fine di testare quella che da i migliori risultati/conversioni. Quindi, se siete indecisi sull’utilizzare un’immagine piuttosto che un’altra, oppure volete capire quale oggetto potrebbe essere più accattivante, usate pure i vostri utenti come “cavie” e metteteli alla prova.
Spesso si ha la presunzione di conoscere perfettamente i gusti dei propri utenti ma vi assicuro che con questo atteggiamento non si va da nessuna parte. Mettersi in discussione, specie nell’email marketing, è una base molto solida sulla quale crescere. Quindi, armatevi di pazienza e creatività e seguite questi semplici consigli:
Identificazione Utenti
Selezionate una porzione di utenti “cavia”. La selezione deve essere casuale e dovrebbe comprendere una quantità media di utenti, diciamo un migliaio a test.
Pianificare test
Ora è il momento di decidere che tipo di test effettuare. Ad esempio puoi testare 2 email con 2 differenti subject per vedere qual è quello che attira maggiormente l’attenzione dei tuoi destinatari; oppure testare una particolare grafica, layout, call-in-action differenti e così via.
Landing Page
L’ A/B test è molto utilizzato anche sulle landing page delle campagne. Potrete quindi creare diverse versioni per capire quale tipo di comunicazione è più efficace.
Varianti di utilizzo
L’applicazione di questo metodo ha varie forme e può essere adattato a qualsiasi aspetto delle vostre campagne. Uno di questo può essere il testare l’orario di invio o, se il vostro db ve lo permette, verificare se una certa categoria di clienti risponde alle vostre campagne meglio di un’altra.
Strumenti di monitoraggio
Tutto questo testare sarebbe inutile senza l’esistenza degli strumenti di monitoraggio. Sia le email e per i propri link, sia per le landing page, è di fondamentale importanze l’utilizzo di strumenti di monitoraggio. I più efficaci sono Google Analytics per le landing page e TrackReports per monitorare i click sui pulsanti delle vostre email.
Nessuno vi vieta però, qualora ne aveste il tempo e i mezzi, di creare anche una terza ipotesi di comunicazione. In questo caso avrete eseguito l’A/B/C test, che credo proprio di essermi inventato proprio in questo momento. Attenzione però a non esagerare con le varianti. Più è alto il numero di ipotesi che fate, più aumenterà il rischio di far confusione con i dati che otterrete.