Nella maggior parte dei casi, e parlo per esperienza, chi approccia all’email marketing ha l’assurda pretesa che tutte le email che vengono inviate in un dato mailing, raggiungano senza problemi il destinatario. Inutile dire che non è così semplice, e per certi versi è un bene.
Parte dei messaggi email che viaggiano tra i server, vengono da questi bloccati perché identificati come spam. Se così non fosse, riceveremmo senza problemi tutte le email a noi indirizzate, sia quelle “buone” che quelle non proprio desiderate. Ci ritroveremmo quindi inondati ogni giorno di fastidiosissime email, (a dire il vero succede anche ora, anche se in un numero non eccessivo) pubblicitarie e non, in tutte le lingue del mondo. Qui i filtri antispam, i “guardiani” della tua casella email, fanno il loro sporco lavoro e decidono quale email è considerata attendibile (in base al formato, pesantezza, numero di email, attendibilità mittente ecc…).
Per chi invia email personali o le classiche e invasive catene di Sant’Antonio, tutto ciò può rappresentare un problema marginale, ma per chi con l’email marketing ci si guadagna il pane, il raggiungere solo una parte dei propri contatti può essere molto rischioso. Ne va della sopravvivenza del proprio business.
I provider di servizi SMTP “gratuiti” (Fastweb, Telecom, e via dicendo) hanno spesso delle severe regole per il filtraggio dei messaggi di posta elettronica. Ad esempio, un sito di e-commerce che vuole inviare ai propri iscritti una newsletter sulle novità settimanali, rischia, dato l’elevato numero di email che deve inviare in uno stretto lasso di tempo, di riuscire a recapitarne una quantità molto scarsa. Ne consegue una “conversione” più bassa e quindi…meno guadagni!
L’elevato numero di invii è solo uno dei fattori che possono essere considerati sospetti dai server del ricevente. Esistono infatti numerosi elementi che influiscono sul successo di un invio. Uno di questi è la reputazione del proprio server SMTP. Qui entrano in gioco le famose Blacklist, ovvero liste dove sia gli indirizzi IP che i server SMTP dei mittenti considerati Spammer, rischiano di andare a finire. Ne può conseguire il blocco totale delle email in uscita!
D’altra parte, i server nelle Whitelist godono di buona reputazione ed è quindi a loro permesso di trasmettere anche elevati volumi di email, riuscendo a consegnarne la maggior parte o persino tutte!
Purtroppo, la presenza continua in queste liste privilegiate non è quasi mai gratuita e rappresenta uno dei servizi che vengono erogati dai server SMTP dedicati. In questo caso, con una cifra marginale, il nostro gestore del sito e-commerce, potrà riuscire a far pervenire in breve tempo le sue offerte e finalmente a tutti i suoi clienti e, ad esempio, monitorarne il numero dei click effettuati sui link presenti nell’email, ma soprattutto, aumentare i profitti!
Possiamo quindi giungere alla conclusione che chi vuole ottenere il massimo da una campagna di email marketing deve armarsi di un buon servizio SMTP professionale dedicato. Costa troppo? Ni! Di certo questi servizi non sono a regalo. Bisogna però comprendere che nell’email marketing, come nel business in generale, e come diceva mio nonno: “se devi fare qualcosa, falla bene o non farla per niente!”
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