Lo so. Sto diventando monotematico, ma sull’argomento c’è fin troppo da dire. Sono tanti anni che se ne parla e, in un modo o nell’altro, lo Spam riesce sempre a fare notizia.
Spesso questa parola non è associata a buone nuove, infatti resto coerente con le statistiche e vi comunico che l’Italia è nella Top Five dei paesi responsabili del traffico Spam nel mondo.
Notizia fresca fresca che arriva da Kaspersky Lab e che si riferisce a dati di Marzo 2011: il nostro Paese, con una percentuale di produzione di Spam del 4%, è infatti appena passato dal sesto al quinto posto, preceduto dall’Indonesia (4,3%); medaglia di bronzo dalla Russia (4,7%), l’argento al Brasile (6,7%), e l’oro all’India (11,5%).
Se invece mettessimo a confronto la popolazione di ogni paese, con lo spam da questo prodotto, verrebbe fuori un dato interessante, ovvero che l’Italia è il maggior produttore di SPAM al mondo!
Insomma, ci facciamo sempre riconoscere.
Ad essere sincero, questi dati mi hanno inizialmente stupito un po’ e per un attimo sono caduto dalle nuvole anch’io. Pensavo: “Il nostro Paese non può essere tra i maggiori produttori di Spam, perché la maggior parte delle email “non autorizate” che mi arrivano” sono tutte in lingue spesso incomprensibili.
Poi però ho realizzato che la parola Spam racchiude in sé una definizione che va aldilà della semplice mail che cerca di vendere Viagra o Cialis; infatti, se consideriamo Spam tutte quelle email che vengono inviate senza aver ottenuto il consenso preventivo del destinatario, o che non hanno un’adeguata formattazione (ad esempio l’assenza dell’unsubscribe link), allora il cerchio si allarga.
Sono in molti (aziende comprese) a non avere un’adeguata conoscenza dei requisiti minimi per inviare una Newsletter o DEM, che siano degne del nome che portano. Ciò fa sì che nel “girone” degli spammer, finiscano anche inconsapevoli individui che inviano ogni giorno Spam, in assoluta buona fede.
Se si tiene conto del fatto che lo Spam mondiale cresce di 2 punti percentuali ogni mese, le previsioni potranno essere tutt’altro che rosee, dato che gli Spammer, in questo periodo, si stanno “armando” di nuovi indirizzi email e probabilmente sono già in trattativa con gli hacker che ultimamente hanno messo a segno dei veri e propri RAID nei confronti di database di colossi come Epsilon e Sony(alla quale sono stati rubati indirizzi email e dati sensibili di 77 milioni di utenti in tutto il mondo, Italia compresa).
Lo Spam equivale attualmente all’81% del traffico mondiale di email. Inutile dire che si tratta di una percentuale astronomica. Eppure è così. Questo, tra le altre cose, rende sempre più difficile il lavoro di chi si occupa di email marketing in modo professionale. Infatti, per contrastare lo spam, i server di posta devono attuare regole molto severe nel filtrare le email, e spesso finiscono in questa “trappola”, anche email cosiddette autorizzate.
Contrastare questo fenomeno sta diventando sempre più una vera e propria impresa e sarà necessario intervenire quanto prima, sia nella prevenzione dello stesso (ad esempio intensificando la sicurezza di aziende che detengono gli indirizzi email), che nel contrastarlo con filtri antispam più avanzati.
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